Oggi l'itinerario della giornata a Kyoto lo decide Simona ma io proverò ad infilarci dentro la visita a qualche tempio.
Il nostro hostel non serve la colazione ma ha la reception comunicante con un caffè, così decidiamo di fare colazione li per evitare di spendere soldi in qualche ristorante aperto a colazione.
La colazione però è deludente, non c’è niente di giapponese ma solo una specie di colazione americana con uova strapazzate, piccoli wurstel e del pane da tostare con marmellata confezionata, qualche succo di frutta, caffè e dei tè di infima qualità.
Simona ha deciso di portarmi al mercato Nishiki ed io accetto volentieri, adoro visitare i mercati, sono i posti migliori per assaporare la vita delle persone comuni e magari scambiare qualche chiacchiera con i negozianti o qualche anziano signore che ha tempo da perdere e si reca al mercato per fare la spesa.
Il mercato è bellissimo, disposto su di un unica galleria coperta lunghissima, nella quale si trovano ogni genere di alimenti confezionati e specialità da gustare al momento.
Il primo strano alimento che cattura la mia attenzione è posizionato in un banco pieno di pesci essiccati dal colore rossastro, cerco di capire di cosa si tratta ma è veramente difficile per me che non ho mai visto una cosa simile in Italia.
Così mentre mi spremo le meningi per trovare una soluzione al caso del pesce rossastro, mi accorgo di una giovane donna giapponese che sta spiegando ad un ragazzino italiano che cosa sono tutti quei pesci rossi.
Decido subito di approfittarne ed a voce alta chiedo a Simona, che cosa sarà mai quel pesce rossastro tanto strano li sul banco?
La signora abbocca subito, si gira verso di me e gentilmente mi spiega che si tratta di carpa marinata in una salsa speciale e poi cotta, così decido che non posso farmi scappare questa novità e porto a termine il primo acquisto della giornata.
Chiaramente non posso mangiarla così al momento, troverò un modo per farlo più tardi.
Pochi metri più avanti, invece, mi lasciò incuriosire da una pallina di pastella fritta avvolta nel bacon, Simona sembra anche più incuriosita di me e quindi la compriamo.
Al primo morso già ci accorgiamo che non è quello che ci aspettavamo, non c’è pastella ma quella palla gigante era un enorme surimi fritto, panato, poi avvolto nel bacon ed infine fritto.
Il gusto è incredibile, ed il bacon croccante gli fornisce quel tocco in più che lo rende davvero speciale, in un attimo lo finiamo, provando a fare un piccolo video.
Dopo qualche altro passo una nuova meravigliosa specialità alimentare ci costringe ad un ulteriore sosta con assaggio.
Il banco vende degli enormi spiedini di pesce crudo.
Ne compriamo prima uno per assaggiarlo ma quando scopriamo il gusto così intenso del pesce e la sua persistenza in tutte le papille gustative della bocca, decidiamo di prenderne altri due.
Non sono niente di complicato, semplici spiedini di pezzi di pesce fresco, tonno, salmone ed altri pesci che con un pò di sale ed una spruzzatina di limone diventano uno spuntino veramente fantastico, oserei dire indimenticabile.
Il mercato Nishiki è davvero un luogo affascinante, pieno di vita reale, si incontrano casalinghe che fanno la spesa, anziani signori che chiacchierano e comprano qualcosa e pure qualche turista curioso come noi.
E’ il cento della vita di una città ed è un posto così affascinante e pieno di cose da provare che ci passerei delle giornate.
Prima di uscirne decidiamo di provare anche le caldarroste che qui sono giganti, vengono cotte in una sorta di astronave metallica fumante che si può muovere dal forno fino ad un enorme contenitore in ghisa dove le lasciano cadere prima di servirle al pubblico.
Ne prendiamo qualcuna per provarla e nonostante la mole gigante non ci deludono, sono dolci e saporite e si si sbucciano facilmente.
Con una decina di queste castagne potete sicuramente sostituire l'apporto calorico di un pranzo ma chiaramente questa cosa non vale per due affamati turisti come noi.
Dopo la bellissima visita al mercato ci infiliamo in alcuni enormi centri commerciali, dove vagabondiamo senza metà e senza acquisti per almeno due ore, poi propongo a Simona di fare una capatina al tempio Kiyomizu-dera, uno dei templi più belli di Kyoto che dovevamo visitare ieri ma abbiamo saltato per mancanza di tempo.
Il tempio si trova a due fermate dal quartiere Gion, l’unico quartiere in cui è possibile ancora incontrare delle vere geisha, anche se dubito che ne incontreremo mai una.
Per strada noto una scena che da noi in Italia mi risulta familiare, in un furgoncino, l'autista guida mentre scava tra migliaia di carte ed oggetti che ha sparsi sul sedile passeggero e nel frattempo scrive anche al cellulare.
Questa tecnologia ha rovinato mezzo mondo e nemmeno io ne sono immune, da quando sono così social mi rendo conto che spesso faccio cose pericolose per me e per gli altri.
La stradina in salita che porta al tempio è piena di negozi colorati e banchetti di cibo da strada.
C’è un fiume di turisti che scendono e salgono dal tempio ma non si ha mai la sensazione che ci sia troppa confusione.
Nessuno urla o parla ad alta voce e nessuno va di fretta, sembrano tutti avere il tempo necessario a fare le cose con calma.
Ovunque vendono tè verde freddo e spiedini di
dango che qui chiamano yoridango.
Nei negozi ci sono ravioli dolci in vari colori con dentro marmellata di azuki, perfettamente disposti in confezioni lussuose da regalo.
Si possono assaggiare e chiaramente lo facciamo ma non li troviamo troppo interessanti da comprarli, sono un pò troppo dolci.
Alcuni banchi vendono sottili cetrioli marinati in aceto, infilati sullo stecco, sono molto buoni ed è un piacere sgranocchiarli passeggiando, anche se non sarebbe consentito ed andrebbero consumati in loco.
Se avete troppo caldo ci sono degli ottimi gelati al tè verde oppure potete decidere di mangiare degli spiedini di pollo o delle crocchette di patate fantastiche, con o senza carne.
La scelta di cibi è vastissima e non mancano i negozi di souvenir, ci sono gadget dedicati ad ogni tempio e zona del Giappone ed ogni cosa qui ha una mascotte che potete portarvi a casa sotto forma di piccolo pupazzo, portachiavi, asciugamano ed in centinaia di altri formati.
Il tempio è uno dei più belli e famosi del Giappone, e come sempre, anche se ci approssimiamo all'orario di chiusura, c’è un incredibile folla di persone.
La cosa più particolare che c’è al tempio è un'enorme terrazza in legno costruita a sbalzo sul bosco sottostante che affaccia verso la città, al tramonto è ancora più bello starsene qui affacciati a guardare il cielo diventare sempre più scuro e rosso,
mentre le centinaia di windchimes appese alle travi del tempio suonano un armoniosa melodia che ti rimette in pace con il mondo.
Tutto attorno e sotto il tempio si estende un fantastico giardino naturale, quasi un bosco un po’ rimaneggiato dall'uomo.
Da sotto è possibile ammirare le centinaia di tavole di legno intrecciate che reggono la grande terrazza del tempio chissà da centinaia di anni.
Il tempio chiude alle 18:00, quando ne usciamo è quasi orario di chiusura e tutte le persone ripercorrono lentamente la strada dei negozi, come un fiume lento ed ordinato che scorre verso casa.
Lentamente la strada si svuota, i negozi chiudono bottega è la stradina diventa improvvisamente quasi una strada abbandonata, senza vita.
È impressionante come si presenta adesso, sembra quasi come se non ci fosse mai stata tutta quella vita, come se avessimo sbagliato strada ed ora fossimo in un posto diverso da quello di un ora fa.
Anche i monaci buddisti scendono dal tempio, li incontro lungo la strada che mangiano un gelato mentre chiacchierano serenamente.
Prima di tornare verso il centro facciamo due passi al quartiere Gion, tra le case di legno a due piani ed i tantissimi locali dai prezzi un tantino eccessivi per le nostre tasche, non riusciamo ad incontrare una geisha ma possiamo gustarci con calma una strada che a quest’ora di sera è libera dalla morsa dei turisti e dei taxi che portano le persone nei vari locali.
Quando rientriamo in hostel è tardi, io vorrei fermarmi a mangiare un ramen in qualche piccola bettola ma Simona vuole cenare nell'area comune dell'hotel, così ci fermiamo in un combini e facciamo razzia di cibi precotti da riscaldare in padella o al microonde, aggiungendo qualche birra e l’immancabile dolcetto serale.