Nella maggior parte della letteratura giapponese, che sia quella classica o quella moderna sono quasi sempre presenti richiami a creature fantastiche a volte oscure altre volte più ironiche e gioviali come spettri ed demoni.
Queste creature si ritrovano frequentemente sia nella letteratura colta che in quella popolare, nei racconti della gente, nei romanzi, nei film ed in epoca moderna nei manga e negli anime.
I giapponesi sono da sempre abituati a parlare di spiriti fino a considerarli addirittura capaci di interferire con il normale svolgimento della vita.
Sicuramente gran parte di queste credenze deriva direttamente dalle due religioni giapponesi, lo
shintoismo ed il
buddismo. La vita infatti non finisce con la morte ma si trasforma in qualcosa di etereo, più immateriale, misterioso ed a volte mostruoso.
Lo shintoismo che consisteva nel culto della natura con elementi sciamanici si è trasformato nei secoli in una religione dello spirito che vanta un pantheon di 800 mila divinità.
Secondo molti il Giappone definito arcaicamente “Shinkoku” (Paese degli Dei), possiede tra demoni, spiriti e dei circa 8 milioni di creature sovrannaturali.
Dato che ogni cosa secondo lo shintoismo si compone di materia e spirito, anche fiumi, alberi, laghi e perfino le rocce hanno uno spirito che bisogna rispettare e mai offendere.
Perfino i defunti, continuano a vivere al fianco delle persone, scegliendo di essere spiriti buoni o malvagi. Per questo è facile immaginare che ci siano creature misteriose come spettri, mostri o youkai che si fondano dunque sulla base della religione nazionale.
Nella cultura giapponese c'è un interesse ed un rispetto per l'ambiente derivato dalle credenze shintoiste che con l'influenza Buddista ed il gusto per le immagini sacre si sono trasformate nell'infinita di spettri, dei, e creature di cui parliamo.
Dal buddismo deriva la ripartizione dell’aldilà in tre sfere:
Takama ga hara, La Piana Celeste, dimora degli dei celesti
Naka no kuni, Il Paese di Mezzo, dimora degli dei terrestri
Yomi no kuni, Il Regno di Yomi, dove Yomi sta per “Ade”, dimora dei defunti e delle divinità sotterranee
Il Paese di Mezzo è quello più affollato in cui convivono in maniera inconsapevole gli uomini e spiriti che ne influenzano la vita.
C'è poi la definizione Buddhista dell'inferno, che vine governato dal Re Enma con tutti i suoi oni e quella del Paradiso dei Buddha in cui l'uomo troverà la salvezza.
Questa brulicare di divinità Buddhiste fece leva sulle credenze shintoiste per instaurare tutta una popolazione di figure sovrannaturali spesso ostili all’uomo, che potevano però essere arginate guarda caso, tramite i rituali rituali di derivazione buddhista e taoista.
Soprattutto nell'Era Tokugawa (1603-1867), queste influenze buddiste delinearono e diversificarono quelle entità non ben definite, a metà tra il mondo naturale e quello soprannaturale, dando vita a mostri, spettri e creature fantastiche
Epoca in cui si diede vita ad un genere letterario ben preciso chiamato kaidan, dal significato di storia di fantasmi o storia strana.
Tuttavia la cultura del sovrannaturale vide il suo massimo sviluppo nel tra il XIX ed il XX secolo, l'influsso della civiltà occidentale con la sua eccessiva modernizzazione spinse i giapponesi ad afferrarsi alle passate credenze ed abitudini per conservare una propria identità.
Nel mondo occidentale le storie di fantasmi avvengono soprattutto nel peridoo invernale, in Giappone, invece, gli spiriti appaiono in estate, soprattutto nel periodo dell’O-bon.
L'O-bon è una celebrazione buddhista dei morti che dura un mese, inizia a metà luglio e dura tutto il periodo delle vacanze estive.
Come accade per i cristiani nel giorno di tutti i Santi, anche in giappone l'o-bon è un giorno di commemorazione dei defunti in cui pregare agli altari domestici e recarsi presso le tombe a pulirle e rendere omaggio.
Durante questo periodo gli spiriti dei morti tornano a trovare i propri cari e le celebrazioni servono ad accoglierli. Alcuni spiriti maligni pare approfittino di questo momento per saltare sul carro con gli altri e palesarsi nuovamente nel mondo.
Questi esseri sovrannaturali vengono chiamati nella cultura giapponese bakemono che significa mostri, oppure più spesso "obake". "o" è un prefisso onorifico mentre "bake" significa qualcosa che si modifica, prende un altra forma, si trasforma.
Anche gli ideogrammi che rappresentano la parola ricordano la forma stilizzata di un uomo, prima nella versione normale poi in quella diversa, trasformata.
Queste creature sono una variazione della realtà, un fenomeni di trasformazione ed alterazione che mette alla prova le certezze della vita comune.
Non sempre queste creature hanno un aspetto terrificante o raccapricciante, spesso si tratta di spiriti che hanno preso possesso di oggetti e che vengono disegnati dai bambini in maniera anche buffa.
Un tipico obake è rappresentato da un ombrello con piedi e braccia e la faccia sorridente oppure un “chochin obake”, la lanterna appesa al soffitto la cui lanterna sembra sorridere o prendersi gioco di chi la guarda.
Si può azzardare una classificazione degli obake dividendoli in yurei, youkai ed oni.
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