Nella città di Kobe, il 1896 viene presentato ufficialmente
Kinetoscopio di Edison, l'anno dopo invece il
Vitascopio Edison
e il
Cinématographe dei Lumière offrono la possibilità di proiettare su schermo le prime pellicole sperimentali.
E' l'invenzione del cinema, che raggiunse subito il Giappone grazie all'imprenditore tessile
Katsutarō Inabata che l'aveva scoperta in
un viaggio d'affari in Francia dove aveva conoscito personalmente
Auguste Lumière.
Lumière preso dall'interesse dell'imprenditore giapponese deglise di incaricare due dei suoi operatori
Gabriel Veyre e
Constant Girel
di accompagnare e guidare Inabata nel suo viaggio di ritorno in patria.
Gli avrebbero insegnato come far funzionare il cinematografo e ne avrebbero approfittato per riprendere delle scene di vita quotidiana nelle più importanti città
del Giappone, Tokyo, Kyoto, Osaka e Kobe.
Il cinematografo apparve subito come un'invenzione geniale in Giappone, tanto che in questi anni cominciarono a nascere le prime case di produzioni giapponesi.
La
Yokota di Einosuke Yokota e la
Yoshizawa di Ken'ichi Kawaura furono le vere artefici della diffusione del cinema,
importarono dall'estero i macchinari per la produzione e costruirono i primi studi cinematografici ed alcune sale stabili.
La prima sala cinematografica del Giappone fu la
Denkikan, precedentemente sala da teatro per spettacoli elettronici, fu convertita nel 1903 da
Yoshizawa Shōten.
I primi film giapponesi della storia risalgono al
1898-1899 e sono riprese dal vivo di scene di strada e danze di
geisha
nei quartieri del piacere, furono realizzati da
Shirō Asano e prodotti dalla casa fotografica
Konishi.
Successivamente comparvero io primi film a soggetto, che seguivano sotrie riadattate dai famosi
drammi del Kabuki.
Momijigari (Passeggiata sotto le foglie d'acero), fu realizzato nel 1898/1899 da
Tsukemichi Shibata, ed interpretato
dai celebri attori teatrali
Danjurō Ichikawa IX e
Kigugorō Onoe V. Uno dei rari casi in cui attori famosi di kabuki si prestarono
a recitare per il cinema, di solito per questi ruoli considerati poco importanti venivano utilizzati i
kyūgeki, attori di rango inferiore.
Nelle prime produzioni cinematografiche giapponesi è il teatro a fare da traino per il cinema, prestandosi al riadattamento delle opere tradizionali del kabuki,
come lo
shimpa, la nuova scuola del melodramma conemporaneo, lo
shingeki, il nuovo teatro che si rifà al repertorio occidentale moderno come quello russo di
Tolstoj e
Gor'kij.
Da queste forme di cinema basato sul teatro nasce il primo genere cinematografico giapponese, chiamato
rensa-geki (drammi a catena). In questo genere si riprendono opere teatrali dal vivo aggiungendo molte riprese girate in esterno.
E' un genere molto popolare fino ai primi anni venti, ma poi viene lentamente sostituito da generi leggermente più cinematografici lontani dalle scene del teatro.
Per rendere i film fruibili a tutti, nacquero le figure dei
Benshi (uomini parlanti). Persone incaricate di commentare i film muti, leggere le didascalie per un pubblico
prevalentemente analfabeta e descrivere le trame prima della proiezione, adattandole nella forma al tipo di pubblico presente in sala.
I Benshi più famosi, come ad esempio
Somei Saburō e
Takamatsu Toyojirō e
Komada Koyō divennero così popolari da diventare addirittura
più famosi degli attori e dei registi. Il loro nome spesso veniva scritto sopra tutti gli altri titoli del film e le loro idee riuscivano ad influenzare le case di produzione per i prossimi film.
Il cinema sonoro tardò la sua comparsa in Giappone proprio per colpa dello strapotere dei Benshi che riescono ad opporsi fino alla metà degli anni 30 alla trasformazione che li avrebbe resi inutili.
Il fratello maggiore di
Akira Kurosawa, fece per passione il benshi e trasmise parte della sua passione al fratello più piccolo,
avvicinandolo al mondo del cinema.
Negli anni dieci i maggiori protagonisti del cinema giapponese sono l'attore
Matsunosuke Onoe(prima star del cinema giapponese) ed il regista
Shōzō Makino che girano ogni anno decine di film.
In questo primo decennio cresce e si sviluppa una vera industria cinematografica, nel 1912,
Fukuhodo,
M. Pathé,
Yokota,
Yoshizawa si fondono
e danno vita alla prima grande major del cinema giapponese, chiamata
Nikkatsu (Nippon Katsudō Shashin Kabushiki Kaisha - Società giapponese delle immagini in movimento).
Lo strapotere di questa major le permette di prendere il controllo di decine e decine di sale cinematografiche e di controllarne circa un migliaio.
Nel
1914 Kisaburō Kobayashi fonda la
Tenkatsu (Tennen Shoku Katsudō Shashin - Società dei film a colori naturali) che sarà la più grande rivale della Nikkatsu.
Questa società all'avanguardia nell'uso sperimentale del colore, era nata con l'idea di proporre al pubblico la nuova teconologia ma gli eccessivi costi di produzione la costrinsero comunque a ritornare a fare film in bianco e nero.
Una seconda major fu fondata nel 1920 da
Takejirō Ōtani e
Matsujirō Shirai. La
Shochiku (Compagnia del pino e del bambù), che promosse una modernizzazione
del cinema giapponese, impiegando registi ed operatori provenienti da Hollywood, come
Henry Kotani.
Questa major si preoccupò anche di inserire nei propri film le attrici femminili, che fino ad allora non erano impiegate, perchè la provenienza dalla tradizione teatrale aveva fatto si che anche nel cinema
i ruoli femminili fossero interpretati da uomini chiamati
onnagata o
oyama.
Una forte innovazione venne anche dalla nuova convinzione che il cinema oltre che mero tecnicismo potesse essere una vera forma d'arte. Questo nuovo pensiero fu promosso dalla
Eiga Geijutsu Kyōkai
(Associazione per l'arte cinematografica), fondata da
Norimasa Kaeriyama.
Con il suo saggio
Principi di ripresa e sceneggiatura nel dramma cinematografico ed i suoi film promosse un idea di cinema ispirata al realismo e lontana dalle forme del teatro tradizionale,
il montaggio divenne importante ed articolato e la recitazione quanto più naturale possibile, ispirata al modello di cinme occidentale.
Per il vecchio cinema che veniva chiamato
katsudō shashin, fotografie in movimento, fu coniato dallo stesso Kaeriyama il nuovo termine
eiga che signicava immagini descrittive.
In questo periodo di trasformazione un altro importante autore che promosse un nuovo tipo di cinema ispirandosi ai romanzi storici russi di
Tolstoj, fu
Eizō Tanaka.
Tra i suoi film si ricorda
Ikeru shikabane (Il cadavere vivente) che riadattava la storia del romanziere russo per trasmetterla sul grande schermo.
Verso la fine degli anni 10 il cinema giapponese era così importante da essere diventato autonomo ed aver superato per importanza anche il teatro.
Nel 1921 erano tanti i film che sperimentavano il realismo e questa nuova forma di cinema, uno dei più imporanti fu
Rōjō no reikon (Anime sulla strada), diretto da
Minoru Murata con la supervisione di
Kaoru Osanai.
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