Il periodo Muromachi (1338-1573), inizio con l'autoproclamazione a shogun di Ashikaga Takauji.
Come già i Minamoto, gli Ashikaga si rivelarono incapaci di dare un governo forte al Giappone, preda
dei dissensi provocati dalla crescente potenza dei grandi daimyo e dei monasteri
buddhisti che disponevano di veri eserciti.
La loro autorità fu inoltre gravemente compromessa fin dagli inizi da uno scisma dinastico:
Daigo II (Go-
Daigo), il legittimo imperatore che aveva privato Takauji del potere, si rifugiò
nella fortezza di
Yoshino, a sud di Kyoto, di dove poteva mantenere la sua
influenza sulle grandi famiglie guerriere, mentre un imperatore rivale, tenuto
sotto la stretta sorveglianza degli Ashikaga, teneva corte a Kyoto.
Due altri fatti importanti caratterizzarono questo periodo Muromachi: da una parte, lo
sviluppo di un ceto di mercanti all'ingrosso, di cambiavalute, di usurai, di
trasportatori, che costituì il primo nucleo di una borghesia urbana; dall'altra,
i rapporti commerciali con il continente, interrotti dopo i primi fruttuosi
contatti del
VII sec., ripresero con vigore nei sec.
XV e
XVI, mentre i primi
Occidentali, commercianti e missionari portoghesi e spagnoli, sbarcavano
nell'arcipelago a partire dal 1542.
I Giapponesi accolsero dapprima con molto
favore il cristianesimo (agli inizi del XVII sec. si calcola che i cristiani fra
la popolazione ammontassero a circa 300.000), come pure le armi da fuoco e la
tecnica militare europee.
Verso la metà del XVI sec. l'incapacità degli
Ashikaga
di governare era divenuta evidente; essi riuscirono a conservare il potere fino
al 1573 soltanto perchÈ nessuna personalità di particolare spicco era riuscita
ancora a imporsi sui clan; ma nella seconda metà del XVI sec. tre guerrieri di
modesta origine unificarono il Giappone facendolo entrare in una nuova fase
storica: Oda Nobunaga, che sottomise le province del centro, depose Yoshiaki,
ultimo degli shogun Ashikaga (1573), e risanò le rovine accumulatesi in un
secolo di guerra civile;
Toyotomi Hideyoshi, figlio di contadini che, raggiunto
il potere, completò l'opera di
Nobunaga, ma trascinò l'esercito nipponico nella
disastrosa avventura di Corea (1598); infine, un piccolo aristocratico di
provincia,
Iyeyasu, della famiglia
Tokugawa, che unificò definitivamente il
Giappone, schiacciando i daimyo dissidenti nella
battaglia di Sekigahara (1600)
e che, proclamandosi
shogun, fondò una casata destinata a governare il Giappone
per due secoli e mezzo.
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