Il sumo, una forma di lotta, è lo sport nazionale giapponese. Oltre ai colorati mawashi
(speciale perizoma con cintura, ricavato da un unico lungo nastro) dei lottatori
e alle loro caratteristiche pettinature chiamate oicho (nodo a forma di foglia
di ginco) che evocano entrambi immmagini di epoche antiche, il sumo conserva
molte delle sue usanze tradizionali, come il dohyo (ring di paglia sollevato),
il sistema dei gradi e si riallaccia alla cerimonia religiosa scintoista. La
parola sumo si scrive con i caratteri cinesi di "pestaggio
reciproco". Sebbene il sumo risalga ai tempi antichi, è divenuto uno sport
professionistico solo all'inizio del periodo Edo (1600-1868). Al giorno d'oggi,
questo sport, che è quasi esclusivamente maschile, è praticato dai club nelle
scuole superiori e nelle università, e anche dalle associazioni
dilettantistiche. Sia in Giappone che all'estero, comunque, il sumo è conosciuto
come uno sport professionistico che attira il pubblico.
Obbiettivi dell'incontro:
Lo scopo di un incontro di sumo è spingere
il proprio avversario fuori dal dohyo o gli fargli toccare la superficie del
ring con una parte qualsiasi del corpo, eccetto le piante dei piedi. Prima dello
scontro al centro del ring, i due lottatori, di solito, dedicano alcuni minuti
ad un rituale di preparazione che consiste nel tendere le braccia, battere i
piedi, accovacciarsi e lanciarsi occhiate. Manciate di sale vengono
ripetutamente lanciate in aria per purificare il ring. Dopo questo lungo
riscaldamento, l'incontro spesso dura solo pochi secondi; alcuni incontri,
invece, possono continuare per parecchi minuti, e, per qualcuno, ci può essere
perfino la necessità di un breve intervallo (mizuiri) per permettere ai
lottatori di riposare prima di arrivare alla conclusione. Nel sumo ci sono
settanta tecniche per vincere che includono la spinta o il sollevamento fuori
dal ring; la presa della cintura per "buttare giù" l'avversario; gli sgambetti;
saltare velocemente al lato durante la carica iniziale e far perdere
l'equilibrio all'avversario; e mettersi al bordo del ring per buttare fuori
l'avversario, prima di cadere. Il sumo suscita ammirazione per la sua dignità
e compostezza. Non ci sono mai critiche per le decisioni dell'arbitro o
ostentazione di mediocre sportività: mentre sono permessi vigorosi schiaffi, a
mani aperte nella parte superiore del corpo, sono severamente proibite le
tecniche come colpire con il pugno, calciare e tirare i capelli. Sebbene i
risultati di alcuni incontri terminino quasi in parità, cosicché la decisione
dell'arbitro deve essere rivista (e qualche volta capovolta) dai giudici, né lo
sconfitto né il vincitore protestano, e, raramente, esprimono la loro emozione
con un sorriso o con l'aggrottare delle ciglia.
Categorie e gradi:
Ai lottatori di sumo professionistico viene
assegnato un grado a seconda della loro categoria; poi, essi vengono designati
come appartenenti alla parte Est o Ovest. Da qui, l'assegnazione dello
spogliatoio, quindi, il lato del ring da cui entreranno ogni giorno della
competizione. I gradi più alti, in ordine discendente, sono yokozuna (grande
campione), ozeki (campione) sekiwake (campione junior). Il grado di Yokozuna
è l'unico grado permanente nel sumo. Questi campioni non possono essere
degradati a causa di una prestazione mediocre, però, ci si aspetta che si
ritirino se non sono in grado di sostenere le aspettative della loro
posizione. Da quando è stato introdotto il sistema dei gradi, parecchi secoli
fa, solo sessantacinque uomini sono riusciti ad arrivare al grado di yokozuna.
Tra i più grandi campioni dei tempi moderni, ricordiamo Futabayama (yokozuna,
1937-1945) che ha vinto con un percentuale di 86,6 con 69 vittorie consecutive;
Taiho (1961-1971) che ha vinto 32 tornei e ha mantenuto una serie positiva di 45
incontri; Kitanoumi (1974-1985) che all'età di 21 anni e 2 mesi è stato il più
giovane ad essere promosso al grado di yokozuna; Akebono (1993-), che è
diventato yokozuna dopo soli 30 tornei, ha dunque registrato il record della
promozione più rapida e Takanohana (1994-), che, all'età di 19 anni è stato il
più giovane a vincere un torneo. Poiché il sumo professionistico non adotta
le classi di peso, è facile vedere un lottatore enorme competere con uno molto
più piccolo. Comunque, mentre, spesso la mole gioca a vantaggio di un lottatore,
la velocità, la tempestività e l'equilibrio possono anche determinare il
risultato di un incontro e i lottatori più piccoli e più veloci spesso
capovolgono il risultato e vincono contro lottatori più grossi.
La vita di un lottatore:
I lottatori principianti - che più spesso
provengono da zone rurali più che dalle città - vengono contattati quando sono
ancora alla scuola media. Se la famiglia del ragazzo è d'accordo, un oyakata
(maestro), che è un lottatore che si è ritirato e che gestisce una delle 49 heya
(scuole) e si occupa di un numero di lottatori che va da una mezza dozzina a 30
o più , "adotterà" il ragazzo in qualità di apprendista. I giovani si
allenano, mangiano e dormono nella scuola e ricevono una piccola somma di
denaro. I membri di una stessa scuola non gareggiano l'uno contro l'altro nei
tornei. La vita di un apprendista di sumo è impegnativa e perfino i giovani
più promettenti impiegano 5 anni o anche di più per arrivare ai gradi alti e per
cominciare a ricevere un salario come sekitori (professionisti). Tra più di 900
lottatori che sono membri di una scuola, circa 66 attualmente riescono a
diventare sekitori. Pochi tra coloro che raggiungono le categorie più alte si
sposano e vivono fuori dalla scuola, per la maggior parte, invece, la scuola è
l'unica casa che un giovane lottatore può avere durante quasi tutta la sua
carriera nel sumo. Molti si devono ritirare a causa di malattie o ferite e
raramente un lottatore gareggia dopo aver passato la trentina. La maggior
parte delle scuole di sumo si trovano nella parte orientale di Tokyo. La vita
dei lottatori di grado più basso è rigorosa. Si alzano alle quattro o alle
cinque del mattino, si mettono il loro mawashi e cominciano l'allenamento
(keiko). I lottatori di grado più basso sono anche obbligati a fare commissioni
per i lottarori di grado più alto. Questi ultimi hanno il privilegio di poter
dormire più a lungo. Il keiko è caratterizzato da 3 esercizi tradizionali:
shiko, teppo e matawari. Durante lo shiko il lottatore solleva le gambe
alternativamente, più in alto possibile. Durante il teppo, i lottatori, con i
palmi delle mani aperte, colpiscono di continuo un pilastro di legno. Il
matawari è un esercizio in cui, da seduti, si allargano le gambe il più
possibile. La sessione giornaliera di keiko termina intorno a mezzogiorno,
poi, i lottatori consumano un pranzo a base di uno speciale stufato
(chanko-nabe, uno stufato molto calorico contenente vari tipi di carne e
verdure), condimenti, sottaceti e parecchie ciotole di riso, il tutto spesso
accompagnato da 1 o 2 bottiglie di birra. (L'appetito dei lottatori è
leggendario). Nelle ore successive a questo pasto abbondante, di solito, i
lottatori dormono, e, durante il sonno le grandi quantità di cibo facilitano
l'aumento di peso. Con gli esercizi, il regime alimentare e il sonno alcuni
lottatori arrivano a pesare più di 150 chilogrammi e alcuni arrivano anche a 200
ed oltre.
I tornei:
Con l'approvazione dell'Associazione Giapponese di
Sumo, ogni anno si tengono sei grandi tornei di sumo della durata di 15 giorni
ognuno: tre a Tokyo (a gennaio, maggio e settembre) e tre ad Osaka, Nagoya e
Fukuoka (rispettivamente a marzo, luglio e novembre). Nell'intervallo tra
questi tornei, i lottatori girano per le aree rurali della nazione e partecipano
a gare locali: ciò aiuta a suscitare interesse per questo sport e ad attirare
nuovi adepti. La prima arena "ufficiale" per il sumo, Kokugikan, è stata
costruita nella zona Ryogoku di Tokyo nel 1909. Dopo la Seconda Guerra Mondiale,
il Kokugikan è stato spostato alla vicina zona di Kuramae dove è rimasto per
quattro decenni. Nel 1985, è stata inaugurata una nuova struttura con posti per
11.000 persone, vicino al luogo in cui era situata la prima struttura, nei
pressi della stazione Ryogoku della JR. Gli incontri di sumo vengono
trasmessi dalla televisione in tutta la nazione, tra le ore 16 e le 18, ma gli
incontri tra i lottatori di livello più basso cominciano molto prima. Durante
un torneo, i lottatori di grado più alto, nelle categorie makunouchi e juryo,
gareggiano una volta al giorno per 15 giorni; quelli che appartengono alle
categorie di grado inferiore ossia makushita, sandanme, jonidan e jonokuchi
gareggiano solo 7 giorni su quindici. Naturalmente, lo scopo principale è
vincere più incontri possibile; comunque, avere più vittorie che sconfitte nel
corso di un torneo (8 vittorie su 15 incontri oppure 4 su 7) è sufficiente
almeno per mantenere lo stesso grado o per assicurarsi la promozione ad un
livello superiore. Il lottatore makunouchi che ha più vittorie vince il torneo;
gli incontri finiti in parità si disputano nuovamente l'ultimo giorno per
eliminazione.
I premi:
Prima di alcuni incontri della categoria makunouchi,
è possibile vedere del personale intorno al ring con degli stendardi con i nomi
degli enti patrocinatori che danno premi in contanti ai loro lottatori
preferiti. più stendardi ci sono più grande è il premio che viene dato al
vincitore dall'arbitro alla fine dell'incontro. Accovacciandosi al bordo del
ring, il vincitore accetta il premio e nel frattempo fa un gesto, chiamato
tegatana, che sta a significare che accetta con gratitudine. Il vincitore di
un torneo riceve denaro in contanti, trofei e vari altri premi, incluso riso,
sake e così via. I lottatori che appartengono ad un grado inferiore all'ozeki
che ottengono dei primati possono concorrere per 3 premi speciali: Eminente
Prestazione, Tecnica e Spirito di Combattimento. I lottatori ricevono anche
premi in denaro contante. Un altro incentivo per i lottatori è il kimboshi
che viene dato ad un lottatore di un grado più basso che riesce ad atterrare un
lottatore di grado yokozuna. Ogni kimboshi in più rappresenta per il lottatore
un aumento di salario per il resto della sua carriera.
Internazionalizzazione:
La popolarità del sumo è aumentata grazie al defunto Imperatore Hirohito, un
ardente sostenitore di questo sport. Dal torneo del maggio 1955 in poi,
l'Imperatore ha sempre assistito, da una speciale tribuna d'onore, ad un giorno
di gara di ciascun torneo tenutosi a Tokyo. Altri membri della Casa Imperiale
giapponese hanno continuato ad assistere alle gare. Diplomatici e dignitari
stranieri in visita in Giappone sono spesso invitati a vedere i tornei. Per
quanto riguarda il sumo fuori dal Giappone, questo sport, inizialmente, era
praticato solo dai giapponesi all'estero; parecchi decenni fa, però, ha
cominciato a suscitare l'interesse di altre nazioni. A partire dagli anni '60,
giovani lottatori provenienti dagli Stati Uniti, Canada, Cina, Corea, Mongolia,
Argentina e dall'isola di Tonga (Oceano Pacifico) sono giunti in Giappone per
imparare questo sport, e, alcuni di loro - dopo aver superato la barriera della
lingua e della cultura - hanno primeggiato. Nel 1993, Akebono, un americano
delle Hawaii, è riuscito ad arrivare al grado più alto (yokozuna). Grazie
anche ai tornei di sumo che si tengono in Australia, Europa, Stati Uniti e anche
in altri paesi, questo sport sta crescendo in popolarità fuori dal Giappone. I
sostenitori del sumo a livello dilettantistico hanno tentato di far introdurre
questo sport alle Olimpiadi in via esperimentale, ma, finora, non è stata ancora
presa nessuna decisione in merito.
Testo tratto dal sito dell'ambasciata Giapponese in Italia.