Con la salita al potere della famiglia Minamoto, guidata da
Minamoto Yoritomo, la sede del governo venne spostata a
Kamakura fino al
1333.
Nel passaggio del potere dalla nobiltà ai guerrieri, l'arte dovette rivolgersi ad un nuovo tipo di pubblico da soddisfare.
Non cerano più i sofisticati aristocratici da impressionare ma comandati militari, soldati e semplici bonzi che erano impegnati nella diffusione del buddhismo tra la popolazione analfabeta.
Per questo l'arte del periodo Kamakura si rifece alle antiche tradizioni e cerco di puntare ad un realismo immediatamente fruibile da tutti.
Gli aristocratici ed i sacerdoti, chiaramente soffrirono questa popolarizzazione dell'arte e continuarono a rimpiangere le vecchie forme di potere.
Scultura
Guardiano Nio - Nara
Nel mondo della scultura, si sviluppò in questo periodo la scuola
Kei, con uno stile molto originale e realista, il suo esponente di spicco fu lo scultore
Unkei.
Nelle opere di Unkei era visible un certo orientamento verso il dinamismo, lo si nota bene in alcune statue come i
Guardiani Nio (1203)
collocati nel portale sudoccidentale del
Todai-ji a
Nara.
Le statue, alte circa 8 metri, furono ricavate da più blocchi di legno che vennero poi assemblati insieme.
Ci vollero solo tre mesi a completare la realizzazione dell'opera che venne realizzata con la nuova tecnica di
lavoro a tasselli.
Non era solo il maestro Unkei a lavorare alla realizzazione dell'opera ma una squadra di artigiani che modellavano separatamente i vari pezzi di legno sotto la supervisione del maestro.
Questa tecnica oltre a velocizzare la realizzazione delle opere, permetteva di evitare i problemi classici della scultura tradizionale, come ad esempio quello del legno che si poteva spaccare durante la lavorazione.
Le opere più significative e realistiche del maestro furono le due espressive figure policrome,
costruite nel 1208, raffiguranti i leggendari fondatori indiani della
setta hosso,
Muchaku e
Seshin, che si trovano al
Kofuku-ji di Nara.
Pittura e Calligrafia
La pittura dell'epoca era estremamente semplice, lo dimostrano alcune storie illustrate come il
Kegon engi emaki, che rappresenta la fondazione della setta kegon.
Questa setta era una delle più popolari durante l'epoca Nara, poi ando in decadenza con l'avvento dei gruppi
Jodo o della
Terra Pura.
Alla fine della guerra
civile Gempei (1180-1185), il bonzo
Myo-e del Kozan-ji provò a riportarla in vita ed offrì un rifugio alle donne rimaste vedove in seguito alla guerra.
Kegon engi emaki
Nonostante queste donne fossero di un'estrazione sociale nobile, perchè mogli dei samurai, conoscevano bene solo le tavole sillabiche (
hiragana e
katakana), utili per la trascrizione di suoni e idee, mentre trovavano difficoltà nella lettura dei testi contenenti gli ideogrammi cinesi.
così per consentire una maggiore comprensione dell'opera, il
Kegon engi ou (華厳縁起) emaki, venne scritte con gli alfabeti sillabici alternati alle figure.
I dialoghi tra i personaggi furono inseriti di lato alle figure, in una maniera che ricorda molto gli attuali
manga.
La trama dell'emaki narra la vita dei due sacerdoti coreani fondatori della setta
kegon, con un ritmo molto incalzante e parla di una storia d'amore che si intreccia con episodi fantastici.
Questa opera appartiene ancora allo stile Yamato-e ed evidenzia un’evoluzione della pittura. La raffigurazione dei guerrieri appare più realistica e le pose sono dinamiche.
L'inchiostrazione ricorda la
pittura cinese Song ma si prediligono tinte più pallide per conferire un tono leggero alla narrazione.
I passaggi tra le scene sono poco appariscenti per lasciare molto spazio al dinamismo del movimento, anche se la narrazione segue i canoni classici delle lunghe scene illustrate alternate da testo.
Analizzando l'opera si possono apprendere molte cose sulla vita e la storia del Giappone medievale e pure su l'abbigliamento e l'architettura della dinastia
Tang, dato che la storia si svolge in Cina ed in Corea.
Anche dal punto di vista didattico, questo rotolo, così come il
Kegon gojūgosho emaki sono molto importanti perché insegnano la leggenda della fondazione del tempio.
Le storie parlano dei sentieri verso l’illuminazione della scuola Kegon, nel caso di
Gengyō, narrano la ricerca della purezza della mente attraverso il sogno, superando i vincoli terreni.
Mentre per
Gisho, raccontano del suo pellegrinaggio mirato all’apprendimento del Dharma.
L'aristocrazia che ammirava il realismo del nuovo linguaggio, nonostante rimpiangesse il proprio passato di ricchezza e potere, recuperò e illustrò l'opera della famosa scrittrice
Murasaki Shikibu nella speranza di riviverne l'antico splendore.
Ne venne fuori una versione emaki un tantino più conservatrice del
Genji monogatari, Storia del principe splendente, che potè essere apprezzata anche da chi non era così colto.
La narrativa illustrata diffusasi tra l'undicesimo ed il sedicesimo secolo venne chiamata
Emakimono.
Architettura
Engakuju - Kamakura
Con la ripresa dei rapporti con la
Cina dei
Sung (960-1279) e degli
Yuan (1279-1368), l'architettura giapponese venne fortemente influenzata dallo Zen.
Questa nuova disciplina importata dai monaci che avevano studiato in Cina, trasformò lo stile dei monasteri buddhisti zen che prese il nome di
kara-yo (stile cinese).
Questo stile è visibile nei templi
Engaku-ju (円覚寺 1282) e di
Kencho-ji (1353) di
Kamakura, dove un complesso sistema di mensole ornamentali sorreggono il tetto dell'edificio.
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