Nel periodo neolitico giapponese, la cultura artistica diffusa in Giappone era quella
Jomon, che deve il suo nome ad una tecnica di decorazione delle ceramiche, con dei motivi di vimini intrecciati.
Durante questo periodo, gli abitanti dell'arcipelago giapponese, vivevano in piccole comunità e costruivano case di legno e paglia, costruite in piccole buche, in modo da sfruttare il riscaldamento naturale dato dal terreno.
Vivevano di caccia e di pesca e si dedicavano alla fabbricazione di recipienti in ceramica con elaborate forme a fiamma, chiamati vasi Jomon e statuine d'argilla raffiguranti soprattutto personaggi femminili.
Questi vasi sono i più antichi
manufatti fittili giapponesi che siano mai giunti fino all'epoca moderna.
Vaso Jomon
In seguito si diffuse una nuova cultura chiamata
Yayoi, che prese il nome dal distretto di Tokyo in cui furono trovati i primi reperti storici.
Gli yayoi, che giunsero nel paese intorno al
350 a.C., introdussero nel paese tecniche per la lavorazione dei metalli, con i quali si potevano produrre nuove armi e le campane di bronzo chiamate
dotaku.
Portarono inoltre la tecnica di
coltivazione del riso in campi allagati che è tuttora quella più diffusa nel mondo, e fabbricarono torni e forni che servivano per una lavorazione complessa delle ceramiche.
Potrebbe interessarti anche...