In tutta la storia giapponese è sempre presente una forte influenza esterna sviluppatasi nei momenti di forte
apertura e ridimensionata in queli in cui la nazione si è chiusa in se stessa fino ad isolarsi dal resto del mondo.
In questi momenti la popolazione giapponese è sempre riuscita ad assorbire ed imitare per poi piegare ed adattare
al proprio gusto, gli elementi delle altre culture con cui è venuta a contatto.
La cultura che più influenzò la formazione artistica del giappone fu quella cinese, che comincio ad essere messa da
parte dal
IX secolo, quando la nazione comincio a sviluppare una propria forma di espressione artistica in equilibrio tra le l'arte sacra e quella profana.
Le guerre dell'era Onin (1467-1477) lasciarono il Giappone in una di sociale, economica e politica che durò circa un centennio.
La religione perse importanza in questi peridi di guerra e cambiamenti, oppressa anche dalla dittatura degli shogun Togugawa.
Rimasero così in vita soltanto le forme d'arte meno legate alla religione, come ad esempio lo
shodo (arte della calligrafia),
praticata da moltissimi giapponesi anche in maniera amatoriale.
La scultura invece che da sempre era rimasta ad appannaggio della
religione Buddistha,
ebbe un declino che segui di pari passo quello religioso.
Si distinse invece in tutto il mondo l'arte della lavorazione della ceramica giapponese per la sua estrema raffinatezza
bellezza e raffinatezza, specialmente in alcuni manufatti di terracotta.
L'intera arte giapponese si caratterizza per avere delle dicotomie molto marcate, ad esempio, alcune ceramiche erano
elaborate ed esuberanti e ricordavano quelle cinesi ma altre, sobrie ed eleganti, quasi alla ricerca di una bellezza che si poteva trovare solo nella semplicità estetica.
Le stesse differenze le troviamo nell'architettura, ad esempio, due edifici dello stesso periodo possono essere completamente opposti come idea costruttiva.
Villa imperiale di Katsura
A Nikko, il
Mausoleo Toshogu mostra la sua rigida simmetria, ornata di colorate e vivaci incisioni
a rilievo che ricoprono la sua intera superficie mentre la
villa imperiale di Katsura a Kyoto,
deve la sua bellezza a materiali grezzi naturali e quasi completamente disadorni.
Entrambe le forme forme d'arte, scelgono però di avvalersi di materiali naturali e ricercano un equilibrio tra
lo spazio interno e quello esterno degli edifici. Una sorta di armonia che rappresenta poi l'essenza della bellezza.
L'arte giapponese è stata sempre molto apprezzata nel mondo, non solo per la sua differenza estrema dai canoni estetici
occidentali ma per quel suo carattere capace di racchiudere sobrietà e vivacità che hanno sempre influenzato la pittura e l'architettura dell'Ottocento ed il Novecento.