I quattro principi costitutivi della Cerimonia del tè

usi e costumi
Tutto il mondo considera il monaco buddhista Sen no Rikyū come l'ultimo ad aver definito le linee da seguire nella Cerimonia del tè, dopo i grandi maestri del passato Murata Shukō e Takeno Jōō.
La sua cerimonia si fonda su quattro principi basilari e tutte le scuole che tramandano i suoi insegnamenti utilizzano questi quattro principi:

Wa (和) - Armonia

Questo principio è il più importante per gli esseri umani, comprende un'iterazione positiva tra ospitante e l'invitato alla cerimonia del tè e tra le persone nelle varie situazioni della vita comune.
La condivisione del tè tra ospitante ed invitato non è un esercizio fine a se stesso. L'armonia deve estendersi alla natura che ci circonda ma anche agli oggetti tangibili come gli utensili per la cerimonia quelli che di usano normalmente nella vita.
L'Ospitante e l'invitato sono posizioni intercambiabili che agiscono nella consapevolezza di questa dimensione e del suo significato non solo materiale.

Prima di offrire il tè, l'ospite porge dei dolci all'invitato ed a volte un pasto leggero. Tutto armonizzato secondo la stagione in corso ed il ritmo naturale della cose.
L'Armonia è dunque l'affrancamento da ogni pretesa ed estremismo, un cammino di moderazione proprio degli antichi insegnamenti buddhisti che porta alla pace.

Kei (敬) - Rispetto

Il rispetto è la capacità di comprendere e accettare gli altri, anche quelli con cui siamo in disaccordo. Coltivare il rispetto per le cose che ci circondano e per le persone ci permette di comprendere ed essere in comunione con l'essenza di tutto quello che ci circonda.
Quando siamo gentili con gli altri e riusciamo ad esser umili, siamo degni di essere rispettati. Nella cerimonia del tè l'ospitante pensa all'invitato e l'invitato all'ospite. Questa condivisione continua rende la cerimonia del tè memorabile.
Idealmente tutti i partecipanti nella sala del tè sono allo stesso rango. È importante trattare ogni persona ed oggetto con lo stesso rispetto.
Trattare tutti gli utensili come se avessero la stessa importanza. Il prezzo di un oggetto non dovrebbe deciderne il valore e le cure con cui deve essere trattato.
Avere un cuore purò è il miglior modo per avere un vero rispetto.

Sei (清) - Purezza

La purezza è la capacità di trattare se stessi e gli altri con cuore puro ed aperto. Con un cuore puro, l'armonia ed il rispetto possono essere praticati. Quando il giardino del tè è pulito e si indossano abiti puliti il cuore e l'anima sono purificati. Un cuore puro non è mai appariscente ma semplice.
L'ideale di purezza per Sen Rikyu era l'aspetto naturale del giardino dopo averlo pulito e dopo che alcune foglie d'albero fossero cadute sul muschio appena curato.
In ambito zen non si discrimina ciò che è puro da quello che è ritenuto impuro, perché il puro e l'impuro partecipano insieme alla realtà.
Pulire la stanza del tè significa occuparsi di disporre un mondo che accolga anche il bello e gli consenta di esprimersi.
Questa pratica è una metafora che richiama alla nostra mente con tutti i suoi vissuti che vanno quotidianamente ripuliti dai dai vincoli mondani e dalle preoccupazioni, per consentire esperienze altrimenti impossibili.
Mentre pulisce la stanza del tè, l'ospitante in realtà riordina se stesso.

Jaku (寂) - Tranquillità

La tranquillità è il momento nella formazione e nella pratica in cui si raggiunge l'altruismo. Rappresenta l'obiettivo finale ma anche un nuovo inizio.
Un vero maestro raggiunge questo massimo livello per poi mettere in pratica tutti gli ideali di armonia, rispetto e purezza, ricominciando sempre da un cuore puro per raggiungere qualsiasi possibilità.
Secondo Sōshistsu Sen (千宗室) della scuola Urasenke (裏千家), le parole più adatte ad esprimere questo principio sono: «Seduto lontano dal mondo, all'unisono con i ritmi della natura, liberato dai vincoli del mondo materiale e dalle comodità corporali, purificato e sensibile all'essenza sacra di tutto ciò che lo circonda, colui che prepara e beve il tè in contemplazione si avvicina ad uno stadio di sublime serenità.»
L'incontro con gli altri nella Cerimonia del tè permette di amplificare e raggiungere questa tranquillità, così come ci ricorda sempre il XV iemoto (insegnamento) della scuola Urasenke: «Trovare una serenità duratura in noi stessi in compagnia d'altri: questo è il paradosso.»




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